Durante le visite periodiche dal dentista si tentano di prevenire le cause delle patologie orali e si educano i pazienti ad una buona igiene orale, spesso però l’attenzione non si focalizza sul significato di “funzione”, cioè quella masticatoria. Tutte le branche dell’odontoiatria oggi mirano al ripristino della funzione masticatoria e dello stato di salute della bocca, sia che si parli di endodonzia che di conservativa, passando per la protesi e l’ortodonzia.
Un paziente disfunzionale riceve spesso diagnosi e trattamenti differenti secondo i criteri degli specialisti a cui si rivolge. Un protesista e un ortodontista non eseguiranno sicuramente gli stessi trattamenti poiché si antepone spesso una terapia “standard” ad una vera e propria diagnosi.
Il paziente disfunzionale è affetto da un deficit del movimento che può causare dolore all’ATM, bruxismo, limitazioni funzionali e problemi parodontali. Come si differenziano questi sintomi da un normale paziente sintomatico? Ricercando il deficit di movimento nei movimenti di apertura e masticazione, la difficoltà ad eseguire correttamente tali movimenti è la causa comune a tutte le patologie sopra elencate. La diagnosi deve ricercare questo deficit e il trattamento deve invece ripristinare i movimenti corretti in assenza di dolore.
Una bocca è definita discinetica quando:
- i movimenti di apertura e chiusura sono limitati in estensione;
- devia su un lato all’inizio o durante il tragitto di apertura;
- i movimenti di lateralità non sono estesi (almeno 1cm) o non sono simmetrici.
Una caratteristica comune a tutti i disfunzionali è l’asimmetria, lo scopo di qualsiasi trattamento occlusale è quello di riportare in simmetria le arcate. Nella pratica clinica spesso la forma e la funzione sono asimmetriche, questo non significa che siamo tutti disfunzionali, ma nei soggetti disfunzionali (sintomatici) l’asimmetria è da considerarsi un denominatore comune.
Secondo un approccio posturale l’origine dell’asimmetria nei rapporti occlusali è responsabilità soprattutto di due fattori, la postura linguale e la masticazione inadeguata. La mandibola è collegata alle vertebre cervicali tramite la muscolatura faringea e tende a deviare da un lato, piuttosto che da un altro, in base all’atteggiamento posturale. E’ possibile evidenziare la deviazione tramite i frenuli labiali mediani, il disallineamento è sostenuto dalla muscolatura non simmetrica a cui si aggiunge una deviazione durante il movimento di apertura e una differente classe dentale tra il lato destro e quello sinistro.
Per un’altra corrente di pensiero nel paziente disfunzionale una masticazione monolaterale risulta più comoda ed efficace, conseguenza che porta, nell’arco degli anni, ad un’asimmetria di forma (generata a sua volta da un’asimmetria di funzione) visibile molto spesso nella modifica del piano occlusale. I movimenti di lateralità durante la masticazione sono anch’essi asimmetrici, solo quello del lato masticante risulta ben bilanciato nella parte controlaterale.
Negli anni, numerosi studi condotti da illustri specialisti, non hanno messo in rapporto la malocclusione con i disturbi dell’ATM, in particolare non ci sarebbero differenze statisticamente valide tra chi, pur soffrendo di patologie all’ATM, ha subito terapie ortodontiche e chi non le ha subite. In realtà perché un paziente diventi disfunzionale è necessaria una causa scatenante, un trauma, un evento chimico, biologico o psichico o una conseguenza ad uno stress, elementi che un’approfondita anamnesi dentale può portare alla luce.
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Fonti: Riprogrammazione Motoria, M. Reali – S. Corti, Ed. Pliniana, 2011
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